Nel proporre il 2012 come anno dell’Invecchiamento attivo, molto si discusse in seno all’Assemblea dell’Europa Unita per il titolo ufficiale con il quale definire la celebrazione dell’Anno Europeo e molto si lottò per includere in questo titolo anche il tema dei giovani optando per “Anno Europeo per l’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni”.
L’integenerazionalità correlata all’invecchiamento attivo ha diffuso, così, concettualità e paradigmi mentali che vanno al di là delle contrapposizioni tra le diverse età. In quest’ottica anche noi vogliamo dare un nostro contributo proponendo alcune riflessioni in dieci punti (decalogo intergenerazionale ?) sulla cui base le generazioni nelle diverse età si potrebbero confrontare per condividere percorsi comuni. La nostra stessa esperienza di Associazione intergenerazionale ci vede sperimentare su questa linea in un proficuo interagire e integrarci come età oltre che come competenze professionali.
1. Il peso delle età: ogni età ha il suo peso.
Pesare le età per attribuirne un valore differenziale potrebbe non essere conveniente in quanto le bilance che ogni età usa per pesare il proprio valore generazionale sono diverse. I nonni e i padri potrebbero evitare i rapporti di superiorità generazionale con i figli ma anche i nipoti e i figli potrebbero fare altrettanto ed evitare di considerare i padri e i nonni come persone fuori dal tempo e con valori ormai sorpassati. Appare più conveniente attribuire valore a tutte le età e riconoscerlo come importante e caratteristico per quella specifica generazione, con aspetti variabili ma arricchenti reciprocamente.
2. Le competenza delle età: ogni età ha la sua competenza autonoma
Il rispetto delle reciproche autonomie di competenze nelle diverse età può solo portare ad arricchimenti reciproci ed evita sicuramente di procedere per invasione di campo e pericoli di mine relazionali che possono scoppiare inavvertitamente. I risultati raggiunti nei saperi, scoperte, innovazioni sono tipici di ogni età e solo vanno messi a disposizione delle altre per una integrazione delle competenze: si dice che l’anziano ha raggiunto la saggezza e l’autonomia nei percorsi della di vita mentre il giovane si muove ancora in sentieri e paesaggi da scoprire. Ma anche il giovane può essere saggio a suo modo e competente (vedi la tecnologia) e l’anziano ancora soggetto predisposto ad apprendere e imparare.
3. I sogni delle età: ogni età ha i propri sogni
I sogni appartengono alle generazioni e alle ere che le generazioni vivono. I contesti di vita, le situazioni storiche, i cambiamenti sociali, economici e politici rispettivi condizionano i sogni e le aspirazioni delle delle persone in relazione all’età con la quale attraversano le ere. Sarebbe poco conveniente sognare con sogni di un’altra età e di un’altra era se le realtà; ancora meno conveniente proporre o pretendere ad un’altra età di sognare con i sogni della propria o pretendere di avere gli stessi sogni delle età diverse.
4. L’insegnamento e la scuola: ogni età ha le sue scuole
Se la vita è una continua scuola e palestra di insegnamento e apprendimento, gli insegnamenti, i maestri e gli alunni devono essere coerenti con la propria era. Insegnare la responsabilità in un’era in cui gli strumenti per esercitarla sono assenti dalla cassetta degli attrezzi dell’epoca storica non otterrà molti risultati. Pretendere di insegnare con la metodologia degli anni 30 o 40 negli anni 80 è una cosa anacronistica; pretendere di insegnare ai giovani del terzo millennio,era della crisi e precarietà economic secondo punti di vista degli anni 60 del boom e sicurezza economica e della sicurezza potrebbe essere controproducente.
5. Gli affanni delle età: ad ogni età i propri affanni
E’ pur vero che le difficoltà della vita sono sempre uguali e afferiscono alle diverse dimensioni dell’essere umano: biologica, psicologica e sociale. Ogni era caratterizza la generazione che la vive con gli affanni legati alla dimensione imperfetta dell’uomo e alla sua diversa capacità di affrontare le situazioni non sempre felici che la vita gli propone. Rivendicare per ogni età la primogenitura dell’affanno esistenziale è inutile e poco confortante nel confronto tra generazioni: si andrebbe troppo lontano nelle considerazioni e recriminazioni reciproche su chi “affanna” di più per vivere.
6. Le diverse età hanno delle similitudini : pensiamo alle differenze per trovare le similitudini
Se osserviamo bene in ogni età troveremo aspetti della vita, della condizione umana, delle relazioni sociali che sono uguali in ogni era e quindi possono essere elementi di unità per le diverse generazioni. Concentrarsi su ciò che è simile e unisce piuttosto che su ciò che differenzia e divide, potrebbe rappresentare una soluzione di buona integrazione e stimolare la solidarietà intergenerazionale in ogni epoca storica.
7. Le novità di ogni età: ogni età può accogliere le che vengono dall’altra
E’ abbastanza chiaro che ogni epoca storica rappresenta una novità rispetto a quella che la precede ed una certa arretratezza nei confronti di quella che la segue. Acquisire questa consapevolezza e recuperarne il valore in termini di ricchezza da parte delle diverse generazioni è uno sforzo semplice e abbastanza “umano”.
8. L’orgoglio delle età: ogni età ha la sua dignità e non la vende all’altra
L’orgoglio positivamente concepito come forza interiore per affrontare la vita e le sue sfide ha caratterizzato gli uomini di ogni epoca e continua a caratterizzare le età in tutte le ere. Non c’è differenza di orgoglio tra le età; attribuirne un peso differenziale per caratterizzarne le differenze è una pura follia. Ad ogni età riconosciamo l’orgoglio della dignità del suo tempo di vita vissuto e dell’esperienza maturata: in ciascuna età non cerchiamo inutili “adeguamenti” ad altre età che non ci appartengono .
9. La forza delle età: ogni età mantenga la sua forza per accogliere quella dell’altra
E’ buono e giusto mantenere integra la forza della propria età in termini di maturità e potenzialità per metterla a disposizione delle altre e nello stesso tempo accogliere positivamente la forza delle stesse.
10. Il contesto delle età: le età vivono la diversità nell’affanno dell’era presente
Il rispetto del contesto dell’età presente è un segreto per vivere in contemporaneità di tempo presente le diverse età. Le diversità dovrebbero essere vissute nel contesto dell’era presente senza ritorni al passato o proiezioni future: la fame di un tempo non può essere vissuta dal giovane di oggi immedesimandosi nelle stesse condizioni contestuali del ricordo del vecchio; ogni età ha la sua fame: di cibo, di lavoro, di opportunità, di futuro, etc.