Intervista a Michela Murgia (e a suo padre!) – CEO-Founder di “La Tua Pensione all’Estero” e Referente per la Silver Economy presso il Crea UniCa.
Per maggiori informazioni: web: www.latuapensioneallestero.com | mail: michela.murgia@latuapensioneallestero.com
MICHELA
AS: “La Tua Pensione all’Estero” è un interessante messaggio rivolto alle persone senior per continuare a fare progetti per il futuro e rimanere ancora attivi. Cosa ha ispirato di far nascere questa impresa?
Michela: Mio padre, dopo 43 anni di lavoro, si apprestava ad entrare in pensione e la sola idea di stare in panciolle tutto il giorno era per lui un incubo, perciò ha cominciato a fantasticare sul trasferimento in Portogallo. Col tempo il fantasticare è diventato documentarsi, il documentarsi un progettare e così quando mi ha detto che l’avrebbe fatto davvero io, mia madre e il loro cagnolino (ecco perché nel logo c’è un cane dentro la mongolfiera) abbiamo intrapreso insieme questo viaggio. Quello che all’inizio doveva essere un viaggio di ricognizione è diventato nel giro di qualche giorno un trasferimento. È così dal giorno del sessantesimo compleanno di mio padre abbiamo cominciato questa avventura che ha completamente cambiato la mia e la loro vita. Da allora è nato “La Tua Pensione all’Estero”, per accompagnare altre persone in questo sogno possibile e per continuare a promuovere uno dei temi che mi sta maggiormente a cuore: l’invecchiamento attivo, tema che coltivo anche attraverso il mio ruolo di referente per la Silver Economy all’interno del Crea UniCa, con il quale proprio in questo periodo stiamo costruendo un progetto apposito per lo sviluppo e la promozione dell’invecchiamento attivo.
AS: Grazie alla tua iniziativa, avrai parlato con numerose persone che vogliono trasferirsi in Portogallo. Quali sono le motivazioni principali che portano le persone a cercare un modo per trasferirsi e cosa cercano?
Michela: La maggior parte delle persone che ha fatto questa scelta ha la stessa motivazione: non sono e non si sentono “vecchi”, non vogliono passare la loro ritrovata libertà a fare niente, vogliono conoscere nuovi luoghi, fare nuove esperienze e farsi nuovi amici. Questa motivazione è la più grossa alla base ma non manca anche l’importanza data alle più vantaggiose condizioni economiche/fiscali che si trovano in Portogallo rispetto all’Italia, ma io, sulla base di ciò che ho potuto osservare, sono convinta che quest’ultima sia solo un elemento rafforzativo della scelta non una determinante.
AS: Dopo questo articolo molti si chiederanno cosa possono fare per provare ad immaginare un futuro lontano dall’Italia. Ci puoi dire brevemente in cosa consiste il percorso per il trasferimento?
Michela: Il tutto parte con la scelta del posto specifico in cui trasferirsi, molti scelgono la Regione dell’Algarve per le sue piacevoli condizioni climatiche, poi si procede con il trasferimento della residenza anagrafica e fiscale all’interno del territorio portoghese. Una volta svolte queste pratiche, si procede con le attività più puramente fiscali e il tutto si completa in circa sei mesi.
AS: Quale cambiamento hai potuto maggiormente osservare nelle persone che hai accompagnato in questo viaggio?
Michela: In tutti i miei clienti ho notato il formarsi di una piccola scintilla quando descrivevo loro ciò che li aspettava, una scintilla spesso accompagnata da un assolutamente giustificato timore. Per molti, infatti, fare un passo del genere è un’idea da pazzi, un sogno impossibile. Tutti quelli che si sono fidati di me e dei miei indispensabili collaboratori hanno scoperto una vita nuova fatta da una comunità accogliente e gentile, di nuove esperienze, di tante mangiate in compagnia e nuove amicizie con persone che non parlano nemmeno la stessa lingua. Dopo poco tempo hanno scoperto che la propria vita non termina con la fine del lavoro, che non è un impiego a qualificarli ma che c’è tanto da vedere, da scoprire e ritrovano quell’energia sia fisica che mentale che andava perdendosi nella quotidianità. Replicare questo cambiamento in quante più persone possibili è la mia missione nella mia azienda e nel mio ruolo all’interno del Crea UniCa.
Quel timore iniziale di lasciare la propria terra e i propri affetti è normale e come tale va vissuto: sarà difficile e doloroso, ma, se ci pensate, il Portogallo è un’ora e mezza di aereo e si impiega più tempo a spostarsi da Cagliari ad Oristano! In Portogallo allargherete la vostra famiglia e potrete tornare spesso dai vostri cari, certi che quel tempo passato insieme sarà davvero di qualità. Nella consulenza conoscitiva mi piace presentare tutti gli scenari possibili e una delle cose che dico sempre è questa: “non stai vendendo l’anima al diavolo, se non ti piacerà quello che troverai potrai in ogni momento cambiare idea e fare il percorso inverso!” Beh, posso dire con estrema soddisfazione che, finora, nessuno è mai tornato indietro.
PAPÀ MICHELA
AS: Lei è sicuramente il simbolo di quella parte di popolazione che crede nell’importanza di avere un futuro dinamico e ricco di cambiamenti. Quali sono stati i benefici personali ottenuti dalla sua scelta di trasferirsi in il Portogallo e quali difficoltà ha incontrato nel percorso?
Papà Michela: Aver compiuto questa scelta ha portato tanti benefici nella nostra vita. Io, mia moglie e il nostro cane Arturo abbiamo scelto di darci l’opportunità di provare con mano cosa significasse tutto ciò che negli anni precedenti avevamo visto solo su internet. Abbiamo scoperto un posto fantastico, una seconda casa e una seconda famiglia. Ci sentiamo parte di una comunità internazionale, abbiamo stretto nuove amicizie, visitato un sacco di posti ed ogni giorno è un giorno felice. Ogni giorno faccio 100 piegamenti, esco in bici con il nostro cane nel cestino, facciamo una passeggiata sulla spiaggia e mangiamo un sacco di pesce. Dubito che lo stesso benessere lo avrei avuto se non avessi fatto questa scelta, ma non lo sapremo mai!
Le difficoltà fanno parte di ogni cambiamento, in questo viaggio la maggiore è stata quella di separarsi dalla propria casa e dai propri figli, ma ho notato che per loro non è affatto male farsi un viaggetto per venirci a trovare e questo è un percorso di vita che a sessant’anni devi fare, sia per te stesso che per loro.
AS: Quali fattori obiettivi rendono il Portogallo uno dei luoghi ideali dove invecchiare attivamente?
Papà Michela: Il Portogallo è un Paese fantastico, che ci ha accolto con gentilezza, fatto di persone oneste e disponibili. La lingua portoghese è abbastanza comprensibile per noi e riusciamo tranquillamente a comunicare con tutti, col tempo stiamo imparando a parlarla ma, onestamente, non ci siamo mai sentiti limitati con la lingua grazie alle persone locali che sono sempre disposte ad aiutarti. La cittadina in cui abitiamo, Vila Real de S. Antonio, si trova nell’Algarve, Regione con un clima fantastico in cui le temperature raramente scendono al di sotto dei quindici gradi. C’è un porticciolo bellissimo, tanti negozi ed è ben collegato sia con la Spagna che con il resto d’Europa, il che rende molto più agevole spostarsi e tornare a casa. Dovendo scegliere la cosa che maggiormente la rende il posto ideale in cui passare questi anni (non dico “invecchiare” perché non sento di invecchiare ma solo di vivere un’altra parte della mia vita) è senza dubbio la Comunità: ci sono tanti sardi e italiani che ti fanno sentire di non esser poi cosi lontano da casa e ti supportano nelle difficoltà che potresti incontrare: questo aiuto reciproco è il vero valore aggiunto di questa esperienza.
AS: Dopo qualche hanno da residente avrà sicuramente scoperto pregi e difetti di questa esperienza fuori dall’Italia. Può riassumere entrambi ?
Papà Michela: In questa esperienza fuori dall’Italia i pregi sono tanti: oltre a quelli fiscali e burocratici che ti danno maggiori possibilità economiche, ci sono quelli climatici, la sanità è efficiente e veloce, c’è pochissima o assente delinquenza e l’ambiente è favorevole allo sport e alla vita all’aria aperta che noi prediligiamo. Ogni giorno scopro nuovi pregi e si rafforzano gli altri. I difetti? Onestamente, non riesco proprio a vederne!