L’1 ottobre 2018, in occasione della Giornata internazionale delle persone anziane, AGE Platform Europe, con il supporto dei propri partner e di altre organizzazioni della società civile, ha lanciato una campagna di 70 giorni contro l’ageismo (in inglese: Ageism) termine che indica la discriminazione nei confronti di una persona in base alla sua età.
Uno dei principali diritti rivendicati dalla campagna promossa da Age Platform è il “diritto di godere di uno standard abitativo adeguato alle proprie condizioni di salute e benessere” (art.25 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo).
Abitaresociale da sempre promuove l’abitare come elemento fondamentale per un invecchiamento attivo e in salute, intende porre in evidenza la nuova rotta verso cui l’abitare e i servizi per l’invecchiamento attivo si stanno dirigendo. La longevità, il digitale, le politiche del quotidiano e sull’abitare, che stanno diventando sempre più inclusive e partecipative, stanno caratterizzando sempre più questo nuovo viaggio.
Per meglio rappresentare i nuovi orientamenti abbiamo raccolto alcune interviste, rispettivamente a Ilenia Gheno (Research Project Manager di AGE Platform Europe), Estelle Huchet (Project Officer ad AGE Platform Europe) e Alice Pittini (researcher ad Housing Europe), che presenteremo in tre articoli successivi.
Dall’intervista con Ilenia Gheno, Research Project Manager di AGE Platform Europe, abbiamo avuto accesso ad alcune novità e trend su piattaforme digitali e modelli abitativi.
Estelle Huchet, project officer ad AGE Platform Europe, ci ha parlato di piattaforme collaborative, di ambiente assisting living (AAL) e di smart life. Le sue considerazioni hanno chiarito le nuove vie che l’invecchiamento attivo sta percorrendo, in cui le persone anziane svolgono ruolo sempre più attivo come co-progettisti di soluzioni per l’invecchiare.
Alice Pittini, researcher a Housing Europe, in continuità con l’intervista da noi effettuata con Rossana Zaccaria (Presidente Legacoop Abitanti) a proposito dell’articolo appena pubblicato CAMBIARE L’ABITARE COOPERANDO, ha chiarito il futuro dell’housing sociale.
Appare chiaro che ci si sta avviando sempre più verso un cambio di paradigma nel sistema “anziani e invecchiamento attivo” e soprattutto nelle “forme di abitare” future per le persone che invecchiano:
- Servizi sanitari, servizi formativi (informali e non formali) e per il tempo libero, vedono sempre più anziani diventare co-progettisti di soluzioni e nuovi strumenti;
- Anziani che offrono le loro competenze nelle comunità locali;
- Piattaforme digitali come nuovo catalogo delle scelte quotidiane per le persone anziane.
A tal proposito condividiamo il pensiero di Ezio Manzini espresso all’interno del testo “Politiche del quotidiano” (2018) su piattaforme e abitare collaborativo. Rispetto al primo tema è importante far si che a questi strumenti corrisponda una reale capacità di valorizzare e mantenere alta la qualità di interazioni e relazioni che in esse si creano, promuovendo, la generazione di “comunità di interesse”.
Rispetto all’abitare collaborativo, come vedremo nelle varie interviste, anche Manzini afferma che si parla di “abitare collaborativo” quando un gruppo di persone autonomamente co-progetta un abitare con servizi e momenti di vita condivisa. Decisiva sarà la scelta condivisa di regole di convivenza e relazione in casa, con il quartiere e la città.
In sintesi ci sembra di cogliere il messaggio che tali cambiamenti porteranno sempre di più a constatare che per la popolazione anziana volge al tramonto la mera visione assistenziale e sorge una nuova era in cui le competenze ed esperienze della popolazione che invecchia saranno la risposta adeguata ai propri bisogni perché saranno proposte e modulate sempre più in maniera partecipativa.
INTERVISTA ILENIA GHENO – Research project manager (AGE Platform Europe)
Invecchiare e vederne le potenzialità, non è così scontato. La piattaforma AGE Platform Europe, invece, considera il cambiamento demografico come un’opportunità per creare una società favorevole all’invecchiamento, in cui tutti, a prescindere dall’età, godano di pari diritti ed opportunità, e contribuiscano direttamente al benessere delle proprie comunità.
Istituita come organizzazione non-profit dal 2001 a seguito di un processo di discussione su come migliorare e rafforzare la cooperazione tra le organizzazioni di anziani a livello europeo, AGE Platform Europe conta ad oggi circa 120 membri, associazioni europee, nazionali e regionali, di anziani e per gli anziani, senza scopo di lucro, e interessate a promuovere gli interessi dei 198 milioni di cittadini over 50 nell’Unione Europea.
AGE Platform Europe è quindi una rete europea che lavora per sensibilizzare sulle questioni che maggiormente occupano e preoccupano quando s’invecchia. AGE lavora contro la discriminazione e gli abusi sugli anziani, a favore dell’occupazione dei lavoratori anziani e l’invecchiamento attivo, per la protezione sociale, le riforme pensionistiche, l’inclusione sociale, la salute e la mobilità.
Tra le campagne di AGE figura il suo impegno per la solidarietà intergenerazionale.
Attraverso la partecipazione diretta in diversi progetti europei, AGE promuove inoltre la partecipazione degli anziani allo sviluppo di progetti e dispositivi a loro destinati (“coinvolgimento degli utenti”). Grazie a quest’intervista con Ilenia Gheno, Research Project Manager di AGE Platform Europe, abbiamo avuto accesso ad alcune novità e trend su piattaforme digitali e modelli abitativi, che speriamo d’interesse per i lettori.
- Siamo nell’epoca delle piattaforme digitali come mezzo per creare nuove community in grado di valorizzare la coesione sociale anche online e creare nuovi servizi. In che modo questo strumento sta cambiando l’offerta di servizi per persone anziane?
Le proposte sono molteplici, sia sul mercato che in termini di ricerca tecnologica. Per quanto riguarda AGE Platform Europe, in passato siamo stati coinvolti in progetti quali OASIS e DOREMI, che hanno sviluppato delle applicazioni assieme alle persone anziani per agevolare la loro interazione con la società che li circonda, secondo un approccio inclusivo. Al momento siamo direttamente implicati nel progetto europeo NESTORE (https://nestore-coach.eu/home), che sviluppa un coach virtuale che guida in pratiche e attività sane per mantenere attiva la persona anziana nella sua quotidianità. A differenza di quanto già presente nel mercato (es. Alexa di Google), NESTORE sarà “intelligente”, ovvero capace di dialogare con il suo utente nel giusto momento, fornendo quindi consigli mirati, adattati al profilod dell’utente e contestualizzati.
Nel campo delle applicazioni digitali, stiamo lavorando anche al progetto Mobile Age (https://www.mobile-age.eu/ ) in cui l’aspetto sociale viene valorizzato attraverso delle app, co-create con le persone anziane proprio con lo scopo di agevolare le interazioni sociali. In particolare con Mobile Age, i servizi ai cittadini sono resi accessibili attraverso un’app semplice e d’immediata fruizione, che permette a ciascuno di coniugare ad esempio gli orari degli autobus con gli orari di apertuta di farmacie, biblioteche e supermercati in tempo reale, oppure puo’ segnalare al proprio utente il momento migliore per uscire di casa in ragione del livello di temperatura, umidità e inquinamento, per evitare spostamenti che possano rivelarsi dannosi per la salute. E tutto cio’ affinché gli anziani possano meglio usufruire dei servizi che sono messi a disposizione ai cittadini, alla pari di tutte le altre fasce della popolazione. Particolare attenzione è stata posta ai contesti rurale ed urbano, con un primo laboratorio sociale a Southlakeland (Regno Unito) laddove la popolazione anziana deve fare affidamento sul limitato servizio di trasporto pubblico per recarsi nei centri più vicini e beneficiare dei servizi locali, che spesso fanno oriario ridotto, ed un secondo laboratorio pilota a Thessaloniki (Grecia), contesto urbano in cui sono i livelli di calore, umidità e smog che rendono gli spostamenti e le interazioni sociali difficili, soprattutto a chi ha difficoltà motorie o di salute.
2. In che modo la tecnologia sta cambiando i modelli abitativi per persone anziane? In quest’ottica, può lo scambio intergenerazionale favorire la nascita di nuove soluzioni residenziali in cui convivano diverse fasce di popolazione?
Senza dubbio lo scambio generazionale aiuta a pensare a soluzioni residenziali inclusive, come insegna l’associazione 1toits2âges (http://www.1toit2ages.be/fr/accueil.html ). In questo caso, pero’ la tecnologia ha un ruolo minore, se non del tutto marginale, visto che qui il progetto è quello di far entrare in contatto la persona anziana o una famiglia con uno/a studente, in un contesto di fiducia, aiuto e scambio reciproco, capaci di tessere delle belle relazioni personali ed intergenerazionali che durano molto più di un semestre all’università. In Belgio il matching tra famiglia d’accoglienza e studente si realizza tramite l’associazione stessa, che filtra bisogni e interessi dei candidati e propone i primi contatti. Se vogliamo pensare a come la tecnologia sia di supporto all’evoluzione delle nostre abitazioni, possiamo riferirci a soluzioni domotiche che ci aiutano a restare autonomi in casa con l’avanzare dell’etàquali dispositivi che prevengono e segnalano cadute; che offrono un monitoraggio dell movimento in casa e segnalano se ci sono anomalie (ad esempio la persona non si alza dal letto o per lunghe ore non si muove. Molti smart objects comunicano tra di loro e si sincronizzano, come ad esempio per regolare la temperatura delle stanze, segnalare l’assenza di alcuni cibi nel frigo o nella dispensa, allarmare se si è lasciato il gas o la luce accesi e si sta uscendo di casa…. La ricerca europea in questa direzione è affidata al Programma di Finanziamento Horizon 2020. Nonostante gli appelli a progetto si aprano a considerare gli aspetti sociali e di inclusione, Horizon 2020 resta un programma di ricerca tecnologica, che integra degli aspetti sociali, ma non sviluppa politiche sociali. Per fare comunity making e interventi urbanistici estesi bisogna agire in modo integrato e la combinazione di diversi programmi potrebbe aiutare. Nell’ambito di un progetto di ricerca coordinato da AGE, abbiamo inserito come obiettivo la creazione di un Patto per il Cambiamento Demografico, in inglese chiamata Covenant on Demographic Change (v. Brochure in Italiano). Oltre 63 attori locali, regionali ed europei hanno aderito al Patto, firmato a Bruxelles nel Dicembre 2015, proprio per scambiare informazioni su interventi di successo per aiutarci ad invecchiare meglio e per mettere insieme soluzioni e stakeholders che rendano realmente protagonista l’anziano del suo vivere.
3. Conferenza annuale di AGE Platform 2018. Con quale scopo nasce questa conferenza e a chi si rivolge? Quali sono le tematiche su cui si vuole porre attenzione e quali strategie e progetti il network intende sostenere in futuro?
La nostra conferenza annuale essenzialmente permette ai nostri membri di fare il punto su alcuni focus di policy e di poter interloquire direttamente con esponenti della Commissione Europea e rappresentanti di altre istituzioni e organismi basati a Bruxelles e non solo. La conferenza è un’occasione per le associazioni membre di AGE ed alcuni stakeholders esterni di entrare in diretto contatto con le dinamiche europee, e permettere ai nostri membri di fare networking e approfondire alcuni temi, particolarmente cari sia alla nostra piattaforma, sia ai decisori politici a Bruxelles. Le tematiche sono generalmente allineate al lavoro sui diritti umani e l’inclusione sociale, pilastri fondanti del nostro lavoro politico,e di conseguenza portano sul focus del lavoro con l’Open Ended Working Group on Aging (https://social.un.org/ageing-working-group/) presso le Nazioni Unite, e si legano al programma di lavoro di AGE.
La conferenza si articola generalmente sulle presentazioni di un key note speaker e di un panel di esperti, cui fanno seguito delle sessioni parallele, dove la tematica dell’evento viene presentata secondo alcune prospettive diverse. Ogni sessione parallela consente all’audience di entrare in contatto con self-advocate ed esperti, di ascoltare le voci dirette di volontari ed esponenti del settore e di porre le giuste domande alle persone giuste!Per saperne di più, appuntamento ai primi di Giugno 2019 a Bruxelles! Visitate il sito di AGE Platform Europe (www.age-platform.eu) per gli ultimi aggiornamenti e se volete informazioni, anche in lingua italiana, non esitate a contattare ilenia.gheno@age-platform.eu.
Intervista a cura di Samuele Verucchi
Grazie @abitaresociale, @SamueleVerucchi e Francesco Cocco per il tempo e la passione dedicati al nostro lavoro e alla campagna! Appuntamento sul blog http://ageing-equal.org/ per altre storie! Combattiamo la discriminazione basata sull’età! #AgeingEqual #Invecchiandoallapari
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