L’abitare come pratica sociale per l’anziano

L’abitare è un fenomeno sociale e umano. L’abitare è dell’uomo. È il modo con cui l’uomo è sulla terra, un modo con cui si appropria e significa il mondo” ( V. Marrone “ L’abitare come pratica sociale “– Mimesis 2014)

Diamo per scontato che abitare possa corrispondere a “vivere in una casa” e questa, dicono gli esperti , non è solo un luogo fisico, ma un luogo sociale, affettivo e simbolico. È un luogo dove la persona, appropriandosi degli spazi fisici, dà valore e senso alla propria identità in quanto in essa impara a riconoscersi. È il luogo della propria intimità dove può esprimere ed esercitare tutta la sua identità senza “sguardi indiscreti” È un luogo dove esprimere la propria appartenenza e non sentirsi isolato, ma parte di un contesto che lo riconosce e in cui si riconosce. È infine, un luogo da cui partire e a cui tornare, ogni volta lo si desidera, per sentirsi sicuri . Da questo punto di vista,  non solo la casa, come ambiente fisico, ma anche il vicinato, il quartiere e persino il paese o città possono rappresentare la “propria casa” da cui partire e a cui tornare ogni qualvolta si voglia,  per “sentirsi a casa”.

 Foto fonte: http://it.sardinianatour.com

“Un ambiente in cui siamo impossibilitati a fare tutto questo, non è la nostra casa” ( V. Marrone – 2014) Enunciati così, questi principi sono ovviamente applicabili alla persona anziana in tutte le fasi del suo invecchiare.

È però lecita la domanda: succede davvero così? Quando l’anziano rimane solo e perde parte della propria autonomia, chi si sostituisce a lui per le decisioni su come e dove abitare, è consapevole di questi principi? Riuscire a rispettare questi principi non è facile quando si sceglie dove far abitare una persona anziana che è rimasta sola e/o perde la propria autonomia, ma è fondamentale, anche quando la persona anziana perde vede limitarsi le sue scelte autonome. Allo stesso modo, tale riflessione deve essere fondamentale al momento di programmare politiche abitative per anziani, investimenti pubblici e privati, servizi residenziali o domiciliari.

In tutte queste circostanze devono entrare in gioco l’organizzazione degli spazi fisici (rispetto o no dell’identità e della privacy), delle attività giornaliere ( rispetto o no delle attitudini  e abitudini personali ), dei ritmi giornalieri di veglia/sonno e dei pasti (alzarsi presto e andare a dormire presto, pranzare e cenare presto), dei gusti alimentari e delle relazioni parentali o amicali consolidate (libero accesso alle strutture o alla casa da parte di parenti, amici e conoscenti).

Sempre più si vanno affermando esperienze di invecchiamento in  casa secondo i principi sopra evidenziati soprattutto dove la comunità locale è motivata e  partecipa attivamente al processo di invecchiamento della propria popolazione coinvolgendosi  come società civile (volontariato, associazioni, terzo settore) e istituzionale per il cambiamento.

Anche in alcune gestioni illuminate di strutture residenziali pubbliche e private  si osservano sempre più iniziative volte a rendere le residenze “come casa” nel rispetto delle volontà degli ospiti. Segnaliamo alcuni progetti innovativi  pubblici in Spagna (Catalogna)  dove si va  sperimentando,  in alcune residenze per anziani, un modello di vita  centrato sulla persona e quindi sulle decisioni che ognuna è in grado di assumere nell’organizzare la propria vita in struttura.

Si alza all’ora che ritiene più opportuno, rifà il letto insieme con il personale ausiliario di servizio, si veste come desidera vestirsi, pranza e cena all’ora che desidera, magari insieme con i propri familiari, organizza le proprie feste di compleanno: insomma fa una vita come se fosse nella propria casa e nel proprio ambiente di vita, o almeno, il più possibile simile.

Alla fine di questa esperienza è prevista la possibilità che un gruppo si trasferisca in una piccola casa adiacente a fare vita familiare proprio “ come in casa propria”. L’esperienza è parte di un progetto più grande messo in atto dall’impresa sociale pubblica catalana SUMAR ( impresa sociale pubblica di Girona e Comuni consorziati) denominato “Tu decidi come vuoi invecchiare” che si pone come obiettivo di rendere la persona anziana felice durante tutto il periodo del suo invecchiamento sviluppando la sua vita come se si trovasse in casa propria e nel proprio ambiente familiare.

Nello specifico: accompagnare la persona nel suo progetto di vita, conoscere la biografia personale, rispettare le preferenze e i desideri, mettere in evidenza le attitudini e capacità individuali, fare in modo che si rispettino le decisioni personali.

(http://www.sumaracciosocial.cat/index.php/equipament-i-serveis/projectes/tu-decideixes-com-vols-envellir)

 La foto di copertina è tratta dal sito web: http://footage.framepool.com

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