A casa di Zia Gessy. Un Luogo diverso per gente normale

Presentiamo un interessante caso di condominio solidale realizzato a Torino in via Romolo Gessi. Il progetto, sviluppato nel 2008 dal Programma Housing della Compagnia di San Paolo in partnership con la Città di Torino (Settore Fragilità Sociali, Settore Minori e Divisione Edilizia Residenziale Pubblica), promuove solidarietà tra gli abitanti in un contesto di multigenerazionalità attraverso la presenza di famiglie affidatarie, che accompagnano e affiancano gli ospiti temporanei durante il periodo di permanenza nella struttura. Il Condominio Solidale è stato pensato per rispondere in modo innovativo ai bisogni abitativi dei cittadini che vi abitano, definendo un nuovo modello di convivenza replicabile in altri contesti, affrontando sia la risposta al disagio abitativo, sia i rapporti di prossimità e vicinato, valorizzando la promozione della solidarietà tra generazioni mediante il sostegno reciproco e la partecipazione ad attività di socializzazione. L’ente gestore è A.G.S. Associazione Giovanile Salesiana per il Territorio.

A seguire una breve intervista al coordinatore del progetto Andrea Torra.

  1. In cosa consiste e quali sono le principali caratteristiche del Condominio Solidale “A casa di Zia Jessy”?

Cosa rappresenta questa esperienza? È un luogo che nella mente di chi l’ha progettato riporta al passato: al cascinale, con la sua famiglia allargata in cui le diverse generazioni crescevano insieme, dove c’era una forte partecipazione alla vita sociale, gli spazi erano comuni ma anche privati, i bambini erano accuditi dai genitori, ma anche dai nonni e dai fratelli maggiori; gli anziani non erano mai soli, venivano rispettati ed accuditi.

S’inserisce nella programmazione volta all’accoglienza abitativa, all’accompagnamento sociale e alla promozione della salute dei cittadini che versano in condizioni di temporanea fragilità. Ospita in modo permanente anziani che hanno avuto l’assegnazione della casa dall’Agenzia Territoriale per la Casa della Provincia di Torino. E’ gestito dall’Associazione A.G.S. per il Territorio, ente di secondo livello che rappresenta il mondo salesiano torinese, sulla base di un bando emesso dalla Città di Torino, tramite un contributo a fondo perduto erogato annualmente dal Programma Housing della Compagnia di San Paolo.

È un palazzo di 5 piani, con 30 alloggetti di camera e cucina, che si aprono su lunghi balconi di ringhiera, ricchezza per instaurare relazioni tra vicini di casa. Al piano terra 2 realtà: i locali comuni condominiali e uno Spazio Anziani aperto a tutti gli anziani del territorio.

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  1. Che risultati state ottenendo attraverso il vostro modello e quali sono state, invece, le difficoltà che avete incontrato nella realizzazione del progetto?

Da una ricerca svolta a 4 anni dall’avvio, nel 2013 risultava che tutti gli abitanti in via Gessi stanno bene. E’ questo il primo risultato di un progetto che ha dovuto adeguarsi agli anziani che portano problemi sanitari sempre maggiori, ad ospiti temporanei che vi si inseriscono con percorsi di vita sempre più complessi e inizia solo ora ad essere ri-conosciuto da un territorio che ha faticato e fatica a comprenderne il significato, nonostante gli sforzi fatti e lo sviluppo di una rete di sostegno.

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  1. Che tipo di collaborazione esiste con l’amministrazione pubblica e con la rete che supporta il progetto?

Una rete su più livelli, che su un piano istituzionale vede gli Assessorati ai Servizi Sociali e all’Edilizia Pubblica, il Programma Housing della Compagnia di San Paolo e l’ Agenzia Territoriale per la Casa; ma che vede anche una rete territoriale di supporto concreto composta da Associazioni, Circoscrizione 2 della Città, volontari di Parrocchie ed Oratori. Esiste una rete interna che si evidenzia tramite l’equipe di gestione composta di professionisti e volontari: il condominio si regge anche sull’operato di affidatari volontari e del lavoro di operatori di due Cooperative Sociali (E.T. e Un Sogno per Tutti, entrambe socie dell’Ente Gestore). Questo garantisce una multi visione, un intreccio di saperi e di esperienze che spesso dà adito a lunghi confronti, ma che sfocia a soluzioni condivise dove ognuno porta ciò che può e che riesce. Questo comporta un esercizio di equilibrio tra ciò che si può e si deve richiedere alle persone presenti, tra ciò che possono, vogliono, devono mettere a disposizione.

  1. Cosa avviene quando una persona anziana perde la propria autonomia? Che tipo di interventi avete previsto?

Oggi siamo molte cose: ci sentiamo un po’ un presidio che mira a far vivere gli anziani per più tempo possibile nella loro abitazione; quando questi perdono la loro autonomia, con il supporto dei Servizi Sociali viene attivata una badanza diurna o notturna e con il nostro accompagnamento si cerca di garantire una permanenza decorosa sino a che questo è possibile. Siamo un po’ comunità mamma-bambino che mira al recupero delle capacità genitoriali per mamme o papà con i loro figli; su questi costruiamo un piano di accompagnamento personalizzato che verifichiamo e rimoduliamo costantemente sulla base dei cambiamenti e delle difficoltà incontrate. Siamo un po’ casa del quartiere che prova ad inserirsi nel tessuto sociale del proprio territorio attraverso microeventi aperti e piccoli servizi rivolti alla comunità locale. Abbiamo la pretesa di essere una realtà di housing sociale, perché la relazione tra gli abitanti sta alla base di ogni nostra azione. Il miglior successo è quello che si registra quando i nostri ospiti temporanei ritornano in condominio riportandoci le loro piccole soddisfazioni: un lavoretto trovato, una nuova positiva relazione, un passo in avanti fatto con i loro figli o quando i figli dei nostri anziani che spesso vivono lontano, vengono a ringraziare per quella nostra presenza non invadente, ma rassicurante.

festa dei vicini 2012

E’ quella strana alchimia di voci, di lingue, di sguardi, di storie, che si respira entrando in via Gessi, a rendere il condominio un servizio efficace. Cosa lo rende così particolare? La multigenerazionalità, la territorialità, la collettività e l’assunzione della responsabilità. Cosa lo rende normale? Le persone che vi risiedono con la loro umanità e le loro fragilità. Tutti parlano di questa realtà come di una realtà innovativa, perché trasforma alcuni bisogni in risorsa, perché riesce a farlo con un costo economico tutto sommato moderato, perché riesce ad agire da contenimento in alcune situazioni e come motore propulsore per altre, perché attraverso storie di persone così differenti prova a costruire nuovi pezzi di nuove storie.

+INFO

http://www.condominiosolidale.org/2013/

http://www.compagniadisanpaolo.it/Interventi-Principali/Torino/Condominio-solidale-A-casa-di-zia-Jessy

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