Attualmente le persone con più di 65 anni in Europa rappresentano circa il 17% del totale della popolazione e l’Italia, insieme alla Germania e alla Grecia, ha la più alta percentuale di anziani. La Sardegna è tra le regioni italiane maggiormente interessate da questo fenomeno. Dall’analisi dei dati relativi all’andamento demografico si riscontra, infatti, un invecchiamento accelerato ed esponenziale della sua popolazione.
Ma quali sono i principali cambi demografici che interessano l’area vasta di Cagliari, nostro principale ambito territoriale di riferimento, e in che modo la popolazione si sta evolvendo? Abbiamo chiesto ad Andrea Zedda, esperto nel campo dell’analisi demo-sociale ed elaborazioni statistiche, di studiarlo per noi per capire quali dinamiche demografiche stanno interessando il territorio del capoluogo della Sardegna e i suoi dintorni.
L’aggregato territoriale oggetto di questo studio è un area composta da 16 comuni che nel complesso conta più 420 mila abitanti, la più densamente popolata dell’Isola.
Il grafico qui sopra mostra l’andamento della popolazione per i vari comuni nell’ultimo decennio. L’andamento è rapportato alla popolazione iniziale posta uguale a 100 per cui i valori successivi al primo descrivono la variazione in punti percentuali della popolazione rispetto alla situazione iniziale. Come si può notare, la maggior parte dei comuni sperimentano una relativa crescita. Questa considerazione, seppur indirettamente, ci permette di supporre che nell’area confluiscano parte dei flussi migratori che sono la causa principale del progressivo spopolamento delle zone dell’interno dell’Isola.
La maggior parte dei comuni dell’area sono quindi ancora in grado di rinnovare in un certo qual modo la propria popolazione e attrarre nuovi abitanti provenienti dall’esterno. A queste dinamiche fanno però eccezione alcuni comuni. Ad esempio grossi centri come il capoluogo Cagliari e la vicina Monserrato risultano essere ormai saturi dal punto di vista abitativo. Al contempo, Quartu Sant’Elena dal punto di vista demografico sta attraversando un periodo di stagnazione dopo essere stata per decenni un grosso polo attrattivo e la prima scelta per chi decideva spostarsi da un piccolo centro o dal capoluogo in cerca di spazi abitativi più comodi ed economici. Nel totale dell’area si riscontra comunque un progressivo e ben tangibile fenomeni di invecchiamento della popolazione, seppur in misura meno evidente rispetto al resto della Sardegna. La quota della popolazione anziana o che si appresta ad esserlo nel breve periodo (60 anni e oltre) è ormai equivalente a quella dei giovani con meno di 30 anni (circa il 26%) .
Data la tendenza è evidente come nei prossimi anni la percentuale di anziani supererà e distaccherà quella dei giovani e ciò comporterà pesanti conseguenze dal punto di vista economico e sociale. Queste conseguenze verranno ulteriormente appesantite da un inevitabile e progressivo assottigliamento della quota della classe maggiormente produttiva, la cosiddetta popolazione adulta compresa tra i 30 e i 59 anni i cui componenti tra non molto tempo andranno ad ingrossare le fila della porzione di popolazione anziana. Al contempo, il basso tasso di nascite e di immigrazione non permetterà di avere un adeguato ricambio proveniente dalle fasce di popolazione giovane.
Dando uno sguardo più nel dettaglio vediamo come i vari indicatori che misurano il grado di anzianità nei vari comuni risultino essere al di sotto della media regionale.
Infatti sia l’indice di vecchiaia (calcolato rapportando la popolazione con più di 64 anni ai giovani fino ai 14 anni) sia l’indice di dipendenza degli anziani (gli anziani con più 64 anni sulla popolazione 15-64) risultano essere in media più bassi del dato regionale, con la sola eccezione di Cagliari e Sarroch. Nonostante ciò notiamo come il trend di invecchiamento prosegua a velocità via via crescenti, mostrando una imponente accelerazione del fenomeno. Questa accelerazione è dovuta principalmente al fatto che le persone facenti parte della classe centrale 30-59, sono molto numerose nelle fasce d’età più avanzate della classe (intorno ai 50 anni e oltre) e sono figlie del cosiddetto “baby boom “ verificatosi negli anni ‘60 del ‘900.
Possiamo andare ulteriormente più nel dettaglio del fenomeno analizzando i grafici qui sopra: le cosiddette piramidi dell’età, cioè delle rappresentazioni della popolazione suddivisa per sesso e per anno di età. Le figure son composte da due istogrammi, uno per sesso, la cui densità di frequenza (la lunghezza delle barre) è misurata in relazione al totale della popolazione così da poter fare confronti tra diverse popolazioni a prescindere dalla numerosità della popolazione e quindi anche tra grandi città e piccoli paesi.
Le forme che assumono le piramidi ci mostrano nel dettaglio l’evoluzione della struttura per età della popolazione e per fare ciò prendiamo in considerazione la situazione di alcuni comuni nell’arco di un decennio, dal 2004 al 2014. Notiamo come lo spostamento dalle classi centrali alle classi anziane è ormai una tendenza in atto da tempo, si può intravedere una vera e propria “ondata” di popolazione che parte dalle parti centrali e si riversa nelle zone più alte del grafico e cioè laddove si trovano le classi più anziane. Contestualmente notiamo un assottigliamento delle basi della piramide e quindi della quota della popolazione giovane, il che ci permette di dedurre che il ricambio della popolazione non avverrà assolutamente in misura sufficiente a sopperire le necessità delle fasce più anziane.
Queste dinamiche sono ancora più evidenti qualora decidessimo di prendere in considerazione tutta la popolazione dell’area aggregata per classi decennali: il baricentro in dieci anni si sposta perfettamente di una classe (di ampiezza appunto uguale a 10), questo evidenza senza alcun dubbio una popolazione che tende a invecchiare e che lo farà sempre più velocemente.
NDR: Elaborazioni su dati ISTAT: Popolazione Residente per età, sesso e stato civile al 1° gennaio
ANDREA ZEDDA (Cagliari, 1980) Esperto nel campo dell’analisi demo-sociale ed elaborazioni statistiche. Sostiene con convinzione le tematiche relative a open data, free software e opun source. Co-fondatore della società di consulenza statistica Kode srl, presidente dell’associazione Sardinia Open Data.
[…] questo proposito oggi è uscito un interessante articolo sul contesto demografico della nostra città e di tutta l’area vasta, realizzato grazie ai dataset messi a disposizione dell’amministrazione in formato open data. […]
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