Recentemente il RIBA (Royal Institute of British Architects) una delle più importanti e autorevoli voci nel panorama architettonico mondiale, ha lanciato il progetto “Silver linings: The Active Third Age and the City” in cui vengono illustrati sei possibili scenari dell’impatto che la terza età avrà sulle nostre città. Gli studi sono il risultato di dibattiti pubblici di esperti, tavole rotonde e ricerche che hanno interessato diverse scale a partire da quella relativa alla casa (abitazione personale) passando per quella del quartiere e della città fino a considerare le reti urbane e internazionali in maniera più ampia.
L’invecchiamento raramente è concepito come una opportunità, soprattutto quando pensato in relazione al nostro modo di vivere le città. Quali potrebbero essere le innovazioni che conformeranno i nostri spazi del futuro? Come potrà essere sfruttato il grande potenziale emergente legato alla terza età attiva, al fine di offrire un’esperienza urbana più sostenibile e coinvolgente per tutti?
Considerando tali premesse vengono delineati alcuni scenari possibili:
- Una visione positiva dell’invecchiamento in città vedrà gli anziani viaggiare per il mondo e soggiornare in ostelli quasi come ritorno all’esperienze del periodo degli studi;
- I loro beni, le loro collezioni di musica, film, libri, riviste, fotografie e la loro corrispondenza saranno digitalizzate, conservate in tasca e proiettate al momento opportuno;
- Un numero crescente di anziani non avrà più il desiderio di una residenza fissa e i decisori politici dovranno trovare nuovi modi per incoraggiare e incentivare modi mettere a disposizione le loro abitazioni alle generazioni più giovani;
- Gli anziani chiederanno un equo bilanciamento tra la voglia di custodire la loro privacy e la voglia di socializzare, preferendo le città globali alla campagna;
- Una Rete Internazionale di residenze sostituirà la casa di proprietà permettendo agli anziani di esplorare nuovi stili di vita e comfort abitativi;
- Molti e diversi servizi pubblici e privati saranno messi in rete per favorire la salute delle persone che invecchiano: centri ricreativi, centri di salute, palestre per attività fisica e luoghi di cultura e svago.
Nel testo a seguire proponiamo alcuni dei passi più importanti dell’articolo pubblicato dal RIBA.
Può una “terza età attiva” cambiare significativamente il futuro delle nostre città?
Nel corso dei prossimi vent’anni si prevede che in tutta Europa il numero delle persone di età superiore a 60 anni aumenterà di oltre il 40 %. Gli anni di post-pensionamento saranno piú lunghi e piú sani e questo fenomeno riguarderà gran parte dei lettori con un’età compresa tra i 30 e 50 anni.
Entro il 2040 gli over 60 ‘attive Third-Ager’ avranno un maggiore potere economico, sociale e politico e le città dovranno adattarsi per ospitare questa maggiore percentuale di anziani. Ma in realtà questo scenario potrebbe anche rappresentare una grande opportunità sotto diversi punti di vista.
Viaggiare per il mondo e soggiornare in ostelli è un’idea spesso associata al periodo degli studi universitari. Nel 2040, la prossima generazione di anziani potrebbe però fare sua questa idea di viaggiare e conoscere il mondo. Con i beni materiali non essenziali ceduti a favore di iPads e senza l’onere della proprietà, una rete internazionale di residenze potrebbe sostituire la proprietà della casa, permettendo alla generazione in questione di esplorare il mondo.
Le città di mare potrebbero essere rivitalizzate da persone della terza età che vogliono o hanno bisogno di continuare ad usare le loro abilità, avere nuovi servizi e opportunità sociali e una una vita più accessibile. Questo comporterebbe la rigenerazione delle città costiere.
Per aiutare quante più persone possibile a raggiungere una terza età attiva e sociale, in futuro le reti di centri sanitari promuoveranno l’esercizio fisico in spazi pubblici e incoraggeranno l’invecchiamento attivo per tutti.
+info
bisognerebbe proprio costruire un futuro da anziani desiderabile…
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