Faccio salti altissimi. Intervista a Iacopo Melio

Abitaresociale intervista Iacopo Melio, presidente della onlus #vorreiprendereiltreno” che si pone come obiettivo quello di sensibilizzare alla disabilità, in particolar modo all’abbattimento delle barriere architettoniche e culturali attraverso progetti concreti sul territorio, ma anche con un’attività mediatica costante ed efficiente sui social network. Attraverso la sua associazione e la sua attività di promozione Iacopo propone una visione della “diversità” leggera e spontanea, senza perdere di vista la concretezza e la serietà nel proporre idee e soluzioni in materia di accessibilità e inclusione.

  1. Quale linguaggio o strumento comunicativo ritieni più efficace per parlare delle opportunità delle persone con disabilità al grande pubblico?

Come “personaggio pubblico” nasco su Facebook e, nonostante negli anni la piattaforma sia calata molto a livello di interazioni (al contrario di Instagram dove, tra l’altro, c’è un pubblico molto più giovane), ad oggi resta comunque il social più utile non solo per fare sensibilizzazione e divulgazione di un certo tipo, ma anche per portare avanti campagne di raccolta fondi. Seppur i costi della sponsorizzazione siano aumentati significativamente, si riesce ancora a costruire una community fidelizzata da targettizzare per raggiungere i propri obiettivi.

  1. Tra le storie che hai raccolto quali sono le migliori che parlano di imprenditorialità e disabilità?

Ho una visione molto orientata sul “personal branding”. Di storie di imprenditorialità e disabilità ne ho incrociate diverse, nonostante il tema “lavoro” sia un tema molto delicato per una persona con disabilità che, senza dubbio, ha meno possibilità in questo senso; ma alla fine ogni progetto di inclusione, ogni campagna di sensibilizzazione e ogni raccolta fondi ben strutturata è un piccolo caso di marketing, che si tratti di un nuovo traguardo di una piccola no-profit o di un nuovo servizio lanciato da una cooperativa sociale.

  1. Come pensi si possa combinare la non autosufficienza e l’autonomia abitativa? In quale luogo ti piacerebbe abitare in futuro? (casa privata, cohousing, etc)

Vorrei vivere in un appartamento tutto mio un giorno (ovviamente avrò bisogno di un assistente domiciliare che conviva con me quasi tutto il giorno). Di certo, sogno una casa dove la domotica sia centrale: ad oggi, sul mio comodino, c’è una piccola lampadina wi-fi che controllo non solo con lo smartphone ma anche grazie ad Alexa di Amazon, uno strumento apparentemente insignificante ma, in alcuni casi (ad esempio quando resto solo in casa fino a tardi e, magari, lavoro sul mio letto e quindi non posso alzarmi ad accendere la luce) è stata fondamentale. Pensate quanto può cambiare la vita di una persona con disabilità avere il termostato (e quindi il riscaldamento), le tapparelle alle finestre, l’allarme di casa, la televisione e gli altri elettrodomestici tutti controllabili con due click!

  1. Come immagini il tuo invecchiamento e quali barriere credi sarà necessario superare per la tua futura autonomia?

Una persona con disabilità, alla fine, vive le stesse difficoltà che ha un anziano. Non credo quindi che nel futuro, nella mia vita, le difficoltà aumenteranno. Spero, invece, che diventino sempre minori grazie ad una maggior consapevolezza sociale.

  1. Quali sono le principali barriere (architettoniche e culturali) che ritieni prioritario debbano essere superate in Italia?

Uno scalino, alla fine, si può togliere con un po’ di cemento e un paio di ore di lavoro; ma la superficialità e l’ignoranza di chi parcheggia l’auto, il motorino o la bici sul marciapiede o, peggio ancora, nel posto riservato ai disabili senza averne l’autorizzazione è più dura da sradicare. Per questo dobbiamo continuare a fare sensibilizzazione, per far capire alle persone cosa sia realmente la disabilità, ovvero una condizione prettamente momentanea dovuta ad un contesto sfavorevole. Condizione che scomparirebbe se dessimo a tutti i giusti strumenti per poter fare ciò che fanno gli altri, e soprattutto se evitassimo di essere un problema o un ostacolo per qualcuno.

Iacopo Melio studia Scienze Politiche alla Scuola “Cesare Alfieri” di Firenze. Lavora come freelance nel mondo del giornalismo e della comunicazione digitale.

Si occupa di sensibilizzazione e divulgazione come attivista per i diritti umani e civili. Il 31 Gennaio 2015 ha fondato la Onlus “#vorreiprendereiltreno“, diventata un punto di riferimento nazionale per la disabilità. Ha pubblicato “Parigi XXI” (Miraggi Edizioni, 2016) e “Faccio salti altissimi” (Mondadori, 2018). Vincitore “Premio del Cittadino Europeo” (Parlamento Europeo, 2017).

 

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